Negli ultimi anni, l’architettura e il design residenziale stanno vivendo una profonda trasformazione, ispirata da principi che pongono al centro il benessere psicofisico dell’individuo, la sostenibilità ambientale e il rinnovato rapporto tra essere umano e natura. In questo contesto, la progettazione biophilic (o biophilic design) rappresenta uno degli approcci più innovativi e promettenti, in grado di integrare elementi naturali all’interno e all’esterno degli ambienti abitativi, generando benefici concreti per la salute, la produttività e la qualità della vita.
Parallelamente, cresce l’interesse per la valorizzazione degli spazi esterni vivibili – giardini, terrazze, balconi, cortili – che non sono più considerati semplici aree accessorie, bensì estensioni funzionali e vitali dello spazio domestico. L’intersezione tra questi due ambiti costituisce oggi una vera e propria frontiera dell’abitare sostenibile.
Cosa si intende per progettazione biophilic?
Il termine biophilic deriva dal greco "bios" (vita) e "philia" (amore), e si basa sull’assunto – confermato da numerosi studi neuroscientifici e psicologici – che l’essere umano possiede un bisogno innato di connettersi con la natura. La progettazione biophilic si propone dunque di creare ambienti costruiti che incorporino attivamente elementi naturali, generando esperienze sensoriali affini a quelle che si provano in contesti naturali.
Gli elementi cardine del design biophilic includono:
- Presenza diretta della natura: piante, acqua, luce naturale, ventilazione naturale, materiali organici;
- Richiami indiretti alla natura: motivi naturali, colori terrosi, texture ispirate a foglie, pietra, legno;
- Configurazioni spaziali biofiliche: spazi aperti e interconnessi, vista su elementi verdi, rifugi e nicchie, percorsi sinuosi.
Questa filosofia progettuale non si limita all’estetica, ma si fonda su evidenze scientifiche: ambienti biophilic favoriscono la riduzione dello stress, migliorano la concentrazione, incrementano la produttività lavorativa e contribuiscono alla guarigione nei contesti sanitari.
Spazi esterni vivibili: tra funzione, salute e benessere
Con l’emergenza pandemica, le abitazioni si sono trasformate in luoghi polifunzionali (ufficio, palestra, scuola, ristorante), evidenziando il valore degli spazi esterni come risorse indispensabili per l’equilibrio psico-emotivo. Questa consapevolezza ha condotto a un ripensamento radicale del modo in cui vengono progettati, arredati e utilizzati terrazzi, balconi, giardini e verande.
Uno spazio esterno vivibile si caratterizza per:
- Comfort ambientale: adeguata ombreggiatura, isolamento acustico, protezione da agenti atmosferici;
- Accessibilità e continuità con gli ambienti interni;
- Funzionalità plurime: relax, socialità, lavoro, attività fisica;
- Presenza di vegetazione che contribuisce a migliorare la qualità dell’aria, ridurre l’effetto isola di calore e favorire la biodiversità urbana.
Tali spazi, se ben progettati, possono diventare prolungamenti naturali della casa, capaci di aumentare il valore dell’immobile e ridurre il fabbisogno energetico complessivo grazie a soluzioni passive di raffrescamento e schermatura solare.
L’incontro virtuoso: biophilic design e spazi esterni
La sinergia tra progettazione biophilic e spazi esterni vivibili si traduce in una nuova concezione del vivere contemporaneo: un’architettura porosa e permeabile, in cui l’ambiente costruito dialoga continuamente con quello naturale. Alcune strategie esemplificative includono:
- Pareti verdi e giardini verticali: rivestimenti vegetali su facciate, balconi e recinzioni, utili non solo dal punto di vista estetico ma anche per la coibentazione termica e l’assorbimento acustico;
- Orti urbani domestici: spazi coltivati in balcone o giardino che uniscono l’autoproduzione alimentare con il contatto diretto con la terra;
- Elementi d’acqua: fontane, laghetti, canali artificiali che stimolano la sensorialità uditiva e visiva, favorendo il rilassamento;
- Uso di materiali naturali: pietra locale, legno certificato FSC, sughero, terra cruda per arredi, pavimentazioni e strutture;
- Architettura bio-climatica: pergole vegetali, frangisole in bambù, coperture verdi che migliorano il microclima e riducono il fabbisogno di raffrescamento estivo.
Le linee guida internazionali e la normativa italiana
A livello internazionale, diverse certificazioni promuovono l’approccio biophilic, tra cui:
- WELL Building Standard (International WELL Building Institute): include criteri specifici per la connessione con la natura;
- LEED (Leadership in Energy and Environmental Design): valuta la sostenibilità ambientale complessiva degli edifici;
- Living Building Challenge: promuove la rigenerazione ambientale e l’integrazione con l’ecosistema.
In Italia, il concetto di progettazione biophilic inizia a trovare riconoscimento anche nella nuova Direttiva UE sulle “Case Green” (EPBD4 – Energy Performance of Buildings Directive), che sottolinea l’importanza dell’efficienza energetica, della qualità dell’aria interna e del comfort abitativo, elementi tutti coerenti con l’approccio biophilic.
Inoltre, numerose Regioni stanno aggiornando i regolamenti edilizi per incentivare la realizzazione di tetti verdi, sistemi di raccolta dell’acqua piovana, orti urbani e facciate vegetali (es. Regione Lombardia, Regione Emilia-Romagna).
I vantaggi per privati, progettisti e imprese
Adottare un approccio biophilic e valorizzare gli spazi esterni vivibili comporta numerosi vantaggi trasversali:
- Per i privati: maggiore qualità della vita, aumento del valore immobiliare, miglioramento della salute mentale e fisica;
- Per i progettisti: possibilità di sviluppare soluzioni innovative, ottenere certificazioni di sostenibilità, valorizzare la propria offerta professionale;
- Per le imprese edili e immobiliari: risposta a una domanda crescente di edifici green, differenziazione nel mercato e accesso a bonus fiscali e incentivi.
La progettazione biophilic e la creazione di spazi esterni vivibili rappresentano una risposta concreta e lungimirante alle sfide ambientali, sociali ed economiche del nostro tempo. Non si tratta solo di abbellire gli ambienti, ma di ripensare radicalmente il concetto stesso di abitare, promuovendo modelli che valorizzino la relazione tra uomo e natura.
In un mondo sempre più urbanizzato e stressante, il ritorno alla natura attraverso l’architettura è non solo auspicabile, ma necessario. Ed è proprio da balconi, terrazze e giardini che può partire questa piccola, grande rivoluzione culturale e progettuale.